Il 2021 è l’anno in cui il cosiddetto Switch-off TV ha inizio. Con questo termine si indica il passaggio dalla tecnologia attuale verso sistemi di trasmissione digitale di seconda generazione. Essi, a parità di frequenze occupate, permetteranno la trasmissione ad una maggiore risoluzione. Le reti televisive italiane hanno già comunicato quali canali, dal 20 Ottobre 2021, inizieranno a trasmettere in MPEG-4. Questa data rappresenta il raggiungimento del primo step verso l’adozione del nuovo standard tv, un processo che si concluderà entro il 30 Giugno 2022. Non tutti i canali passeranno al nuovo digitale terrestre a partire dal 20 Ottobre: le direttive ministeriali, infatti, danno alle emittenti televisive la facoltà di scegliere per quali canali iniziare a trasmettere in MPEG-4 a partire da questa data. Vediamo in cosa consiste questo cambiamento e cosa bisogna fare per aggiornare i nostri dispositivi.

Il motivo della transizione al nuovo digitale terrestre
Come deciso dall’Unione Europea, le frequenze in banda 700 MHz (cioè il range 694-790 Mhz), che ad oggi sono occupate dalla trasmissione TV, verranno cedute ai gestori di telecomunicazioni per il 5G. Questa operazione deriva dall’approvazione del nuovo Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze (PNRF 2018), che ha dovuto riorganizzare lo spettro radio elettrico : secondo gli accordi, entro il 2022 bisogna “liberare” tutte le frequenze necessarie al funzionamento del 5G (che richiede la banda 700MHz e le bande 3,6-3,8 GHz e 26,5-27,5 GHz). L’obiettivo è garantire l’utilizzo esclusivo di questi range di frequenze alle sole tecnologie di Quinta Generazione, affinchè il loro sviluppo avvenga, anche in Italia, in modo efficiente e senza rallentamenti. Quindi, per non interferire con la rete 5G, a partire da gennaio 2023 nessuna emittente televisiva potrà più diffondere contenuti su tali frequenze.
Cenno al 5G: col termine 5G si indica la Quinta Generazione della telefonia mobile, cioè l’insieme di tecnologie atte ad ottenere una maggiore efficienza e versatilità nel supporto delle applicazioni di rete (la rete 5G è una rete cellulare di tipo digitale, come l’attuale 4G) . Tra gli obiettivi di queste nuove tecnologie vi sono:
- la capacità di gestire una maggiore quantità di dispositivi per unità di superficie
- una maggiore velocità di trasmissione dei dati (da circa 50 Mbit/s fino a 1 Gbit/s)
- garantire tempi di risposta in tempo reale, necessari per applicazioni critiche
- supportare in modo efficiente un’ampia quantità di servizi con requisiti di livello di servizio (Service Level Requirement, SLR) molto differenti
MPEG-2 e DVB-T vs MPEG-4 e DVB-T2
DVB : il Digital Video Broadcasting (Diffusione Video Digitale) rappresenta un insieme di standard concepiti per lo sviluppo e la diffusione della televisione digitale. Attualmente esso è riconosciuto a livello internazionale e mantenuto dal DVB Project, un consorzio industriale con più di 270 membri. In particolare, col termine DVB-T si indica lo standard assegnato ai mezzi trasmissivi terrestri: la ricezione del segnale video avviene tramite le normali antenne televisive.
Il DVB-T2 è lo standard di ultima generazione per le trasmissioni sulla piattaforma digitale terrestre del consorzio europeo DVB. Il passaggio a questo nuovo standard consentirà un miglioramento della qualità visiva e dell’alta definizione (oltre il suddetto rilascio delle frequenze in banda 700MHz).
MPEG : il Moving Pictures Experts Group è un gruppo di lavoro di autorità formato da ISO e IEC per stabilire standard per la compressione e la trasmissione di audio e video. Gli standard MPEG sono costituiti da diverse parti: MPEG-1, MPEG-2, MPEG-3, MPEG-4, MPEG-7, MPEG-21. Tra questi, le due tecnologie di compressione e decompressione più note sono le MPEG-2 e MPEG-4. Entrambi i codificatori gestiscono la compressione, la dimensione del file, la qualità, la velocità in bit, la larghezza di banda, le estensioni dei nomi dei file e l’applicazione.
Perchè il nuovo digitale terrestre è associato al codec MPEG-4?
Rispetto al MPEG-2, il MPEG-4 è un formato di codifica molto più versatile:
- Nonostante la compressione di MPEG-2 sia molto più semplice, la compressione di MPEG-4 è migliore perché il suo algoritmo garantisce un effetto video di alta qualità con una dimensione del file relativamente inferiore, mantenendo allo stesso tempo un flusso video a basso bit
- I file video codificati MPEG-4 sono molto più piccoli rispetto a MPEG-2. Infatti l’algoritmo di compressione del MPEG-4 è progettato per creare file utilizzabili nei trasferimenti multimediali in linea/in rete
- il MPEG-2 richiede una larghezza di banda per lo streaming molto più estesa rispetto al MPEG-4: fino a 40 MB al secondo per il MPEG-2, contro una di circa 64 kbps per il MPEG-4.
Chi possiede televisori non in grado di ricevere trasmissioni in MPEG-4, non sarà in grado di ricevere i segnali trasmessi dal nuovo digitale terrestre DVB-T2. A transizione conclusa, chi ha un televisore non più compatibile sarà costretto a dover cambiare il proprio apparecchio o a prendere un decoder per poter vedere correttamente tutti i canali.
Per verificare se il TV è compatibile con lo standard MPEG-4, basta collegarsi a qualsiasi canale in alta definizione (Rai 1 HD, Canale 5 HD): se riuscite a visualizzarlo, il TV è compatibile.
Gli step verso il DVB-T2
Il primo passo verso l’adozione del nuovo standard tv coinvolgerà solo alcuni canali e solo i televisori più vecchi: in generale, tutti i televisori acquistati dopo il 1 Gennaio 2017 sono compatibili con il nuovo standard e dispongono già di un sintonizzatore incorporato in grado di supportare i nuovi sistemi di trasmissione.
Ecco quali sono le nuove date del passaggio al digitale terrestre DVB-T2:
- Fase 1 (passaggio al MPEG-4): dal 20 Ottobre un’emittente televisivo può decidere se continuare ad usare il codec MPEG-2 o passare al MPEG-4. RAI e Mediaset dismetteranno la codifica MPEG-2 in favore della codifica MPEG-4 per alcuni dei propri canali che, pertanto, saranno visibili solo in HD.
- Fase 2 (Spostamento delle frequenze): Sardegna a parte, slittano più in là nel tempo le date in cui bisogna risintonizzare la propria TV (circa da gennaio 2022).
- Fase 3 (abbandono del DVB-T in favore del DVB-T2): questa fase comprende il periodo che va da Giugno 2022 a Gennaio 2023.

L’operazione di transizione dalla tecnologia DVB-T/MPEG-2 al nuovo standard DVB-T2/MPEG-4 ha come ulteriore obiettivo quello di avviare la cosiddetta armonizzazione dei sistemi. Essa prevede che tutti gli stati membri utilizzino le stesse frequenze per veicolare i canali. L’idea di base è che chiunque, passando dal proprio paese ad uno estero, possa continuare ad utilizzare i propri apparecchi, senza doverne comprare dei nuovi per adeguarsi alle norme e ai codec più diffusi in quel determinato luogo.