GerrisBoats, la prima barca accessibile a tutti

GerrisBoats è un’azienda nata a Febbraio dalla collaborazione di un team di ingegneri ed esperti con l’obiettivo di rendere la nautica accessibile anche ai disabili.
In un contesto sociale in cui le diversità legate alla disabilità rappresentano una battaglia quotidiana fatta di mancanza di rampe di accesso agli esercizi commerciali, marciapiedi non a norma ed impossibilità di spostamenti ad un disabile attraverso un mezzo pubblico, questa idea sembra utopia.

La startup composta dagli ingegneri Massimo Verme e Roberto Rossi ha deciso di ampliare il proprio team. Ciò permette di contare su ulteriori competenze e capacità e poter realizzare l’obbiettivo di costruire il primo taxi per disabili.
Il water taxi ha l’obbiettivo di permettere il trasporto attraverso una via d’acqua anche a persone con diversi gradi di disabilità finora esclusi dalla nautica.
Il nome del progetto, GerrisBoats fa riferimento ad un insetto acquatico. Il gerride infatti si sposta agevolmente sul pelo dell’acqua da una sponda ad un’altra di un corso d’acqua planando sull’acqua.
Attraverso l’analisi del comportamento di questo piccolo animale si è potuto capire come poter ottenere una navigazione fluida, lenta ma sicura.

Le caratteristiche tecniche delle GerrisBoats

Per favorire una navigazione in totale sicurezza e comfort, la carena del water taxi è realizzata con elementi mobili e con uno scafo a geometria variabile che permette una navigazione tranquilla ma senza scossoni dovuti alle creste d’onda.
La coperta dell’imbarcazione è regolabile al fine di evitare la realizzazione di un dislivello tra il ponte e il pontile di ormeggio e favorire quindi un imbarco ideale anche per persone in carrozzina.
Questa infatti rappresenta un’innovazione importante e che rende l’imbarco possibile presso qualsiasi molo o pontile.
Il primo prototipo sarà pronto nell’estate 2022 e verrà testato per capire i limiti e le peculiarità di una tecnologia che non ha precedenti.
L’impiego iniziale avverrà nei canali della laguna di Venezia, in un contesto quindi di acqua non particolarmente mossa e con una vasta gamma di imbarchi possibili.

Le speciale carena GerrisBoats

La carena è dotata di un corpo a siluro immerso che permette di ridurre la resistenza al moto riducendo la componente ondosa che va ad agire sulla prua.
Una funzione analoga a quella del bulbo prodiero che viene utilizzato da decenni sulle navi commerciali quali petroliere e portacontenitori.
La presenza del corpo immerso garantisce anche una maggiore stabilità al mare. Viene utilizzata nella classe di veicoli swat che necessitano di un’ottima tenuta anche ad elevate velocità.
Sono presenti sulla carena una coppia di ali laterali che permette di planare sull’acqua e di ridurre quindi i fastidiosi contraccolpi che si avvertono a causa del moto di immersione/emersione delle normali unità da diporto.
Una condizione importante per evitare malesseri e complicazioni a persone che presentano già criticità fisiche.
A completare la carena un sistema di scafi laterali con duplice funzione. Permettono infatti di variare l’immersione e quindi l’altezza del ponte per allinearlo al molo e favorire un imbarco orizzontale ed inoltre ridurre sensibilmente i moti di rollio che si possono verificare con onde al traverso.

La propulsione green

Anche a causa delle sempre maggiori stringenti normative IMO riguardanti l’inquinamento marino, la società ha prestato molta attenzione all’utilizzo di energia green per la propulsione di bordo.
Il corpo immerso permette lo stoccaggio di grandi quantità di combustibile green, in totale sicurezza, come l’idrogeno o il gas naturale. Ciò ha permesso la progettazione della GerrisBoats con propulsione full-electric con basse emissioni di inquinanti in atmosfera e risparmi di potenza e di costi.
Le basse emissioni rappresentano una condizione necessaria per l’utilizzo della barca in zona cittadine e in aree protette per attività di turismo e ricerca.

GerrisBoats

La motivazione del progetto

Il progetto nasce dalla voglia di fornire un segnale di svolta e di sensibilizzazione nei confronti del trasporto di persone anziane e disabili. Persone che per motivi logistici e fisici non hanno normalmente la possibilità di utilizzare un mezzo navale.
Nel contesto di equity crowdfunding la startup lancia un segnale di cambiamento che potrebbe essere in futuro applicato a molte imbarcazioni da diporto. Imbarcazioni che vengono usualmente impiegate per i collegamenti con le isole o per il trasporto in acque interne.
La prima applicazione nella laguna di Venezia è scelta proprio perché si tratta di una città dove il trasporto su barche è il cardine della mobilità e del collegamento tra vari punti della città.

Fino a oggi – spiega l’ingegner Massimo Verme a Liguria Nautica – la grande nautica non ha soddisfatto le esigenze dei disabili, se non con qualche eccezione e qualche accessorio a bordo: passerelle allargate e qualche modifica minore. A oggi, infatti, la barca non è pensata per i disabili. Credo, invece, che sia un tema che diverrà attuale, anche perché c’è una popolazione che sta invecchiando. Il disabile non è solo chi è su una sedia a rotelle, ma anche chi ha difficoltà a muoversi e non può saltare a bordo con facilità“.

L’innovazione dietro l’idea delle barche GerrisBoats

Mentre tutti studiano come far correre, anzi, come far volare, le barche, GerrisBoats va nella direzione contraria. “Il nostro è un progetto provocatorio – sottolinea Verme – che va contro la moda di vedere le barche volare sui foil. Si può anche volare ma serve anche qualcosa che funzioni a bassa velocità. Certo, l’elettrico è di moda: ma da solo non basta per creare una barca innovativa. Noi ripensiamo il prodotto a 360 grad in cui il water taxi che serve dove occorre fare poca onda. Va a innovare un settore vecchio, che non può essere svecchiato semplicemente mettendo un motore elettrico“.

Furono gli italiani nel 1906, con Forlanini, a creare le prime barche volanti ma il futuro – conclude l’ingegnere – è progettare prodotti ottimizzati  pensati su misura per l’uso specifico. Una barca planante a Venezia non funziona, così come elettrificare una barca con un motore elettrico non basta. Mi piacerebbe che GerrisBoats fosse un progetto condiviso e compartecipato con i maggiori attori della nautica italiana. Anche per tutta la parte di sviluppo tecnico, se ognuno mettesse un po’ del suo, potremmo ottenere un ottimo prodotto, un’ennesima eccellenza della nautica italiana“.

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