Nave Ever Given, una lezione da non dimenticare

Il canale di Suez è una linea d’acqua artificiale realizzata per evitare di circumnavigare l’Africa ed accorciare i tempi di navigazione, importanti per le rotte commerciali.
Idea dell’ingegnere italiano Luigi Negrelli, il canale di Suez entrò in funzione nel 1869. I lavori furono coordinati da molteplici enti governativi per velocizzare la costruzione e abbattere i costi legati ai traffici commerciali via mare. Lavori durati più di 10 anni e che hanno previsto l’ampliamento del canale, rispetto al progetto iniziale, per permettere alle moderne navi commerciali di transitare in sicurezza.

Si tratta di un canale d’acqua che ha una lunghezza complessiva di 193 km, una profondità costante di 24 metri e una larghetta minima di 205 m.
Si compone di 3 tratte che identificano un accesso a nord, uno a sud e il tratto centrale di lunghezza maggiore.

Il transito nel canale di Suez

Date le particolari condizioni di navigazione nel canale, ogni nave, di qualunque tipologia, imbarca un pilota all’imbocco e lo sbarca all’uscita. Infatti, personale altamente specializzato, conosce alla perfezione ogni punto del canale di Suez e permette di facilitare le operazioni di manovra stando in plancia. Ogni nave è distanziata dalla precedente e dalla successiva di 1 miglio marino. La velocità massima consentita è di 8 nodi, con tempi di percorrenza di circa 14-15 ore per l’intero canale.
Per velocizzare le operazioni di imbarco/sbarco del pilota, un rimorchiatore accosta alla nave permettendo cosi al pilota di salire a bordo. L’ultima parola a bordo spetta sempre al comandante ma l’esperienza del pilota del canale è fondamentale.

Il traffico commerciale nel canale di Suez è sostanziale soprattutto negli ultimi anni in cui sono aumentate le tratte commerciali verso il continente africano. Quasi il 12 % del traffico commerciale mondiale transita per il canale ogni giorno.
Una serie di semafori permettono di regolare gli accessi al canale ed evitare la formazione di ingorghi.

L’incaglio della nave Ever Given

Il 23 marzo 2021, alle 7 del mattino, una gigantesca nave portacontainer si è incagliata nel canale di Suez. Una nave gigantesca da 400 metri di lunghezza, 220.000 tonnellate e capace di trasportare fino a 20.000 container, a causa di un’avaria si è incagliata trasversalmente al canale.

Le cause dell’incaglio non sono ancora note ma da una prima ricostruzione tramite satellite sembrerebbe che già all’imbocco del canale la nave Ever Given abbia iniziato a rimbalzare da una sponda all’altra a causa delle raffiche di vento intense in quel momento. L’abilità del personale di bordo ha permesso di evitare che la nave finisse sulle sponde durante questi rimbalzi, fino alla collisione finale.

Un carico enorme che non è insolito per questa classe di navi che vengono realizzate per trasportare il maggior numero di container possibili, rispettando le normative navali, per incrementare gli utili.
Difatti le portacontainer rappresentano le navi che hanno permesso negli ultimi 20 anni di avere un boom commerciale e di triplicare la richiesta di container.
Il container è un’unità di carico che permette di trasportare qualsiasi tipologia di merca, sia essa alimentare, di oggettistica, fino al trasporto di auto o piccole barche stipate nei container.
Le navi portacontainer si identificano subito perché sono caratterizzate da enormi colonne di container (massimo 13 in verticale da normativa) e che spesso, in mare particolarmente mosso, perdono parte del carico. Non è raro infatti, che i container finiscano in mare e diventano un pericolo semi sommerso per le barche che transitano in zona. Dati statistici indicano che ogni anno circa 2000 container cadono accidentalmente dalle navi.

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Le cause dell’incaglio della Ever Given e le ripercussioni

Le cause dell’incidente sembrerebbero riconducibili ad un’avaria dei motori e all’azione di forte raffiche di vento. A seguito dell’incaglio di prua, favorito anche dalla bassa marea, la nave ha ruotato di 90° ponendosi trasversalmente al canale.

Il traffico commerciale è in tilt e gli accessi al canale sono stati immediatamente sospesi. Purtroppo decine di navi erano già presenti all’interno del navale nel momento dell’incidente. Si temono importanti ripercussioni sul settore energetico in quanto molte navi che sono ora bloccate, trasportano barili di petrolio e alimenti deperibili.

Il Lloyd stima un danno economico pari a 400 milioni di dollari per ogni ora di sosta, pari a 9.6 miliardi di dollari al giorno. Tempi di smaltimento del traffico lunghissimi, anche di settimane in quanto ogni giorno il canale di Suez è attraversato da circa 70-80 navi. Navi che ora sono in attesa all’esterno dell’imbocco.

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I tentativi di disincaglio

Per tentare di rimuovere la nave Ever Given nel più breve tempo possibile la nave dal canale sembra sia stata convocata l’azienda italiana Micoperi, con sede a Ravenna, famosa per aver messo a galla la nave Concordia.
L’amministratore delegato dell’azienda, Silvio Bartolotti afferma “Abbiamo fatto capire al mondo che anche l’impossibile può accadere, siamo pronti ad intervenire e aiutare. Serve cooperazione tra le aziende perché si tratta di un’operazione non facile”.

Per tentare di riportare la nave in galleggiamento una squadra di 8 rimorchiatori ha tentato di spostare la nave Ever Given ma con insuccesso, data la mole della portacontainer. Si sta tentando di liberare il troncone di prua dalla sabbia che costituisce la sponda del canale. Per farlo sono in azione escavatori terrestri, in sinergia con draghe portuali che finora hanno già rimosso una grande quantità di sabbia.

Purtroppo, a causa dell’enorme peso trasportato e della bassa marea che persisterà in zona almeno fino a domenica, la nave risulta ancora bloccata. Per aumentare il galleggiamento e sbloccare la nave, servirebbe rimuovere parte del carico ma è un’operazione impossibile in assenza di gru portuali.
La buona notizia è che nessuno dei 25 membri dell’equipaggio ha riportato ferite in quanto si è trattato di una manovra di incaglio lenta ma inarrestabile. Inoltre, non risultano versamenti di inquinanti nel canale. Nel frattempo le compagnie stanno deviando le proprie navi verso altre tratte alternative. Il tutto con tempi di percorrenza anche di 10 giorni e il senso di un nefasto presagio che questa operazione di liberazione della nave richiederà tempi molto lunghi.

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