La feluca, l’inconfondibile peschereccio messinese

Nata come imbarcazione adibita alla pesca del pescespada, la feluca è diventata un simbolo della storia marittima messinese e un natante dall’aspetto unico ed inconfondibile. Dal punto di vista ingegneristico, questo peschereccio è dotato di un allestimento interessante: vedremo come la sua tradizionale sovrastruttura permetta di cacciare la preda in modo strategico.

Le tre fasi principali della pesca del pescespada:

Lo schermidore del mare è da sempre considerato un bottino prezioso per i pescatori dello Stretto di Messina. Purtroppo, questo pesce è noto per le difficoltà che insorgono durante la cattura: la sua resistenza all’amo e la sua furbizia non devono essere sottovalutate. Per questi motivi, la feluca è diventata nel tempo un’imbarcazione sempre più specializzata nella caccia a questa speciale preda. A prescindere da come le dimensioni e l’allestimento delle feluche siano cambiati nel corso degli anni, la tattica di base è rimasta una costante:

  • avvistare il pesce
  • inseguirlo o attenderlo
  • lanciargli un arpione addosso e lottare fino alla resa.

Con le feluche di moderna costruzione, è quasi sempre l’animale ad arrendersi. Anticamente, invece, il duello poteva terminare con la resa del pescatore, che poteva rischiare la morte.

La tecnica dei pescatori calabresi:

Le prime fonti certe che trattano della pesca del pesce spada appartengono a Polibio e a Strabone. Grazie alle alte rupi calabresi a picco sul mare, la prima fase della strategia poteva avvenire da terra: da un’altezza di 80÷150 m, un avvistatore munito di banderuola bianca indirizzava, a voce alta, i movimenti del pesce ad una piccola imbarcazione. Essa venne chiamata luntru, dal latino linter (barchetta).

Al segnale,4 rematori in piedi dirigevano il luntru partendo dalla base delle pendici calabresi. Esso si dirigeva rapido verso il pesce individuato. In questa fase di inseguimento il natante avanzava di poppa, con ottime capacità manovriere. I 4 remi erano, infatti, di grandi dimensioni in proporzione allo scafo: i due remi a poppavia erano lunghi entrambi 4.68 m. Quelli a pruavia 5.46 e 5.72 m.

L’efficacia dell’inseguimento era garantita da un altro pescatore, posizionato sulla sommità di un piccolo albero detto farere . Esso era alto 3÷3.5 m e posto a centro-nave. Da lì si potevano dirigere sia i rematori che il lanzaturi munito di fiocina.

L’ultima fase della pesca era l’attacco al pesce: il lanciatore scagliava l’arpione posizionato a poppa (dove c’è più spazio di appoggio, buona stabilità e maggiore vicinanza al pelo libero del mare, rispetto alla prua). Così iniziava il duello.

fig.1- luntru a 4 vogatori sulla costa calabra (fonte: www.messinaierieoggi.it)

Per mancanza di fonti storiche, si ritiene che questa singolare attività peschereccia sia rimasta per lungo tempo un’esclusiva calabrese. Il motivo principale è legato al paesaggio che caratterizza la Sicilia: priva delle alte rupi adottate in Calabria come osservatori naturali, la costa siciliana si presenta per lo più piatta e sabbiosa.

Caratteristiche costruttive del luntru:

  • lunghezza= 6÷7 m
  • larghezza= 1.65 m
  • altezza di costruzione= 80 cm
  • materiale scafo: pino / quercia / gelso
  • fasciame sottile e leggero, scafo senza chiglia, prua e poppa affilate

I colori tradizionali dello scafo del luntru erano: nero per il fasciame esterno, che rendeva la barca meno visibile al pesce. Verde per le parti interne.

fig.2- disegno stilizzato del luntru esposto al Castello Ruffo di Scilla (in scala reale) (Fonti: RadioScillaWeb e cherini.eu)

La tecnica dei pescatori siciliani:

Tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500, i pescatori siciliani associarono al luntru una nuova barca. Essa, zavorrata in modo opportuno e ormeggiata vicino alla costa, fungeva da “osservatorio galleggiante”. In pratica, assumeva la stessa funzione di vedetta delle rupi calabresi. Questa nuova imbarcazione accessoria, di origine messinese, venne denominata feluca : una barca da posta per definizione.

L’allestimento della feluca:

Di solito, le feluche da posta utilizzate per una giornata di pesca erano due o tre. Esse, ancorate su varie zone del litorale, garantivano la copertura di un vasto campo d’avvistamento. La loro funzione principale fu, quindi, quella di osservatori fissi: non era necessario che le feluche avessero un proprio mezzo propulsivo. Erano i luntri ad esse associati che le rimorchiavano sulle poste prestabilite.

fig.3- foto antica di un luntru e delle relative feluche ormeggiate sulla costa messinese (Fonte: colapisci.it-La pesca del pesce spada)

Per segnalare con certezza la posizione del pesce agli uomini dei luntri , l’appostamento dell’avvistatore sulla feluca doveva essere molto alto: perciò, venne innalzata la caratteristica torretta a centro-nave (e chiamata‘ntinna). Essa era alta dai 15 ai 22 m e dotata di opportuna scaletta.

I pescatori sui luntri, rimasti a distanza dalla costa e in attesa del suddetto segnale, si lanciavano veloci all’inseguimento della preda utilizzando la stessa collaudata tecnica dei pescatori calabresi.

Aspetti costruttivi ed economici della feluca:

Il costo dell’imbarcazione-osservatorio era un fattore fondamentale per determinare l’effettivo profitto ricavato dalla pesca del pesce spada. Le feluche dovevano essere, quindi, efficienti ed economiche per due motivi non trascurabili:

1- il periodo di utilizzo della feluca, che coincide inevitabilmente con la durata della campagna di pesca del pesce spada, si limitava a due soli mesi l’anno.

2- una volta trasformata in barca da posta, la feluca non era più adatta ad altre attività marittime. Una conseguenza ovvia delle modifiche apportate a questo peschereccio, reso specializzato unicamente nella pesca del pesce spada (ad es. assenza di un sistema propulsivo a bordo).

I costruttori, quindi, dovettero impegnarsi parecchio per ottimizzare le fasi di acquisto e di impiego dei materiali necessari alla realizzazione delle feluche. Risulta che, alla fine, il costo del peschereccio risultò accettabile grazie all’uso di uno scafo costruito con legname povero” (pino delle foreste di Bagnara Calabra). D’altronde, non erano previste particolari caratteristiche idrodinamiche per lo scafo della feluca, semplicemente perchè essa aveva un ruolo “statico”.

Realizzazione della feluca da posta :

  • Si rimuovevano le strutture originarie e l’armamento di navigazione di una generica barca da pesca, che fosse chiusa da un ponte di coperta integrale, esteso da prua a poppa.
  • Sulla coperta, partendo dalla sezione maestra, si realizzava un’apertura quasi triangolare verso poppavia. Da questo ingresso si poteva accedere ad una stiva, usata soprattutto per riporvi la zavorra (pietre e sacchi di sabbia). Un elemento indispensabile per mantenere la stabilità della barca.
  • L’apertura fungeva anche da foro per il passaggio dell’albero di circa 20 m, il cui piede veniva alloggiato sottocoperta nella scassa. Essa è costituita da un solido e robusto blocco di quercia fissato al paramezzale.
  • L’albero era infine collegato a prua, a poppa e lateralmente ad apposite caviglie in legno, inserite dall’interno della falchetta alta 20 cm, tramite grosse cime .
  • La scaletta sull’albero era realizzata con pioli in legno: distanziati di 50 cm l’uno dall’altro, essi si collegavano tra loro con cime annodate.
  • All’apice della ‘ntinna si montava una tavola di legno; era disposta trasversalmente all’albero, in modo da offrire all’avvistatore un sostegno su cui poggiarsi.
fig.4- feluca da posta, a Ganzirri (ME) e particolare dell’albero a pioli (‘ntinna) (Fonte: colapisci.it)

 Evoluzione ed innovazione della feluca spadara : la passerella

L’azione combinata della feluca da posta e del luntru rimase alla base della pesca del pesce spada fino agli anni ’50. Nel 1952 il pescatore Antonio Mancuso inventò la passerella per l’arpionaggio, un’innovazione che ha completato definitivamente l’aspetto funzionale della feluca. La barca moderna si può ammirare in azione sullo Stretto di Messina, od ormeggiata sulla riviera dell’antico borgo di Torre Faro (Messina).

Con l’introduzione della passerella e l’avvento del motore, le tre fasi della strategia sono oggi tutte eseguite da un’unica imbarcazione. Infatti, la feluca moderna assume sia il ruolo originario di barca da posta, che di luntru. In questo modo, si aumenta il profitto globale dell’attività:
  1. dall’alto della ‘ntinna l’avvistatore individua il pesce spada e lo comunica sia al resto dell’equipaggio, che si trova sulla barca, sia al lanciatore a prua (sul luntru era a poppa) appostato sulla passerella. Grazie ad un sistema di trasmissione, l’avvistatore manovra la feluca, potendo disporre di tutti i comandi necessari direttamente sulla cima della torretta (marcia avanti/indietro, acceleratore, timone). Quindi egli si occupa sia dell’avvistamento che dell’inseguimento del pesce spada, motivo per il quale si è accantonato il luntru
  2. in perfetta armonia con l’azione dell’avvistatore, il fiocinatore si prepara al lancio dell’arma, spostandosi sulla passerella. Essa, che è emersa dall’acqua, risulta invisibile al pesce grazie ad una struttura a traliccio che non genera ombra sulla superficie del mare. Ciò permette al pescatore di trovarsi “sopra” la preda.
fig.5- postazioni dell'avvistatore e del fiocinatore su una moderna feluca (Fonti: FullTravel.it-Le feluche messinesi, riservacapopeloro.com-Caccia al Pesce spada)
 

Caratteristiche costruttive della feluca moderna

La ‘ntinna, un traliccio metallico, è stata elevata fino a 30÷35 m. E’ dotata di collegamenti e leve di controllo del timone e del motore (dagli 80 ai 350 CV) . L’avvistatore-timoniere si apposta su una coffa.

Come a simulare la spada del pesce, la passerella (traliccio metallico orizzontale) si estende a pruavia della feluca per una lunghezza di 35÷40 m . Essa è in parte retrattile, sicchè può essere ritirata in caso di necessità.

L’installazione dei due tralicci tra essi ortogonali, prevede un saldo collegamento tra loro e allo scafo tramite cavi d’acciaio e tiranti. Con questo complesso sistema di funi, i due oggetti si bilanciano, garantendo l’equilibrio strutturale del peschereccio .

La lunghezza dello scafo della feluca spadara è di circa 25 m esclusa la passerella, ed ancora oggi realizzato in legno. Rispetto al luntru, i colori scelti sono più vivaci: per tradizione il verde, il bianco, il rosso e l’azzurro.

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fig.6- feluca spadara moderna sullo Stretto di Messina

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