L‘allenamento visivo stroboscopico è una nuova tecnica di preparazione sportiva. E’ stato sviluppato per aumentare le prestazioni dell’atleta, attraverso attività svolte in condizioni di visione intermittente. L’obiettivo di questo tipo di allenamento è migliorare abilità come la memoria visiva, l’anticipazione, l’acuità dinamica, la velocità di elaborazione e l’accomodazione. A questo scopo, gli atleti professionisti indossano uno strumento molto particolare: gli occhiali stroboscopici.
Panoramica sull’allenamento visivo stroboscopico
Innanzitutto bisogna precisare che questo approccio all’allenamento è recente, quindi ancora oggetto di studi specifici. Ad oggi, i ricercatori mirano al perfezionamento degli occhiali stroboscopici, in base a test neurologici effettuati su atleti di alto livello. Gli occhiali rappresentano il dispositivo indispensabile per svolgere correttamente gli esercizi previsti dal metodo.
Probabilmente, molti di voi avranno sentito parlare degli occhiali stroboscopici (o strobe glasses) per la prima volta in occasione degli Europei 2020: durante la partita Svizzera-Francia, il portiere elvetico Yann Sommer è stato autore di parate decisive, compresa quella sul rigore del francese Mbappé. La spiccata prontezza di Sommer è, in gran parte, il risultato di un allenamento svolto con la tecnica della visione intermittente.

fig.1- portiere svizzero Yann Sommer durante l'allenamento visivo stroboscopico (Europei 2020)
In realtà, i vantaggi apportati dall’allenamento visivo stroboscopico (abbreviato con SVT: Stroboscopic Visual Training) sono noti da più tempo:
Fu nel 1960 che, per la prima volta, un optometrista venne ufficialmente assunto da una squadra di baseball (Cincinnati Reds) affinché approntasse test e training visivi per incrementare le performance della squadra. Il miglioramento dei giocatori apparve subito consistente. E non era correlabile soltanto all’aumento della forza fisica o al crescere dell’esperienza agonistica, ma era dovuto anche ad un potenziamento delle abilità visive. Divenne chiaro che la coordinazione occhio-mano, la visione periferica e la velocità di elaborazione, erano abilità fondamentali per una prestazione sportiva ottimale. Da queste esperienze nacque la figura del Visual Trainer, cioè un istruttore esperto di optometria. Egli è in grado di combinare esercizi motori e visivi, grazie all’utilizzo di occhiali “lampeggianti”.
Per la tipologia di abilità richieste e per la tecnica di gioco, i portieri e i tennisti sono tra le categorie di sportivi che ottengono i maggiori vantaggi dall’allenamento SVT.
Principio neurologico alla base dell’allenamento SVT:
Gli esercizi previsti dal programma di Sport Vision sono apparentemente semplici. A complicare la loro esecuzione sono gli occhiali stroboscopici, che inviano impulsi di luce velocissimi ed intermittenti, alternando attimi di buio e di visibilità. Il principio del potenziamento visivo è basato su stimoli neurologici: sebbene sembri un ragionamento controintuitivo, uno dei metodi per alzare il livello di prestazione atletica è allenarsi avendo a disposizione informazioni visive limitate.
È molto più difficile prendere una palla mentre si indossano occhiali lampeggianti che consentono di vedere solo per pochi millisecondi alla volta. Questa difficoltà affina le capacità dell’atleta. Egli, infatti, deve aumentare il suo grado di adattamento per riuscire ad eseguire correttamente l’esercizio. Gli occhiali stroboscopici realizzano, quindi, una realtà costituita da istantanee intermittenti del mondo visivo, costringendo i giocatori a sviluppare intuito, velocità nel prendere decisioni e anticipazione delle reazioni agli stimoli esterni. Alternando gli attimi di buio e luce, gli occhiali rimuovono millisecondi di informazioni visive, utili all’azione motoria. Perciò, il cervello è costretto a colmare le lacune e anticipare i movimenti.
Alla fine dell’allenamento visivo stroboscopico, risulta che l’atleta ha acquisito maggiore prontezza, riflessi più veloci e un sostanziale aumento di velocità nell’elaborazione della strategia di gioco. I test affermano che l’utilizzo di questi speciali occhiali incrementa la reattività dell’utente del 40-50%.
Infine, una volta che si ritorna a giocare in condizioni normali, cioè senza occhiali, i giocatori affrontano le attività captando particolari che sfuggono ad occhi non così allenati. Si può dire che col metodo dello Sport Vision ci si allena in condizioni peggiorative, tali che le vere competizioni risultano “più facili” da affrontare.
Gli occhiali stroboscopici: caratteristiche e funzionamento
Le aziende che realizzano gli occhiali stroboscopici sono specializzate in tecnologia e attrezzature sensoriali. Il loro obiettivo è stato quello di ottenere un dispositivo che fosse leggero, ergonomico, resistente agli urti e con batterie ad elevata autonomia (massimo 5ore). Bisogna precisare che questi occhiali non sono un dispositivo medico, ma uno strumento da abbinare ad allenamenti sportivi per aumentarne l’efficienza.

fig.2- occhiali stroboscopici dell'azienda Senaptec
Le lenti:
Gli occhiali stroboscopici più moderni hanno lenti con tecnologia O-LED. A differenza dei display a cristalli liquidi (LCD), essi non richiedono componenti aggiuntivi per essere illuminati, generando luce propria. Ciò permette di realizzare pannelli molto sottili e pieghevoli, che richiedono minori quantità di energia per funzionare. Sia i diplay O-LED che LED sono in grado di passare da trasparenti ad opachi in tempi molto brevi.
Il grado di trasparenza delle lenti e la frequenza delle luci intermittenti sono regolabili. In base al livello di abilità dell’atleta, l’allenatore può impostare fino a otto frequenze diverse:
- dal livello 1 (a 6Hz): il più facile perchè l’utente ha a disposizione più immagini al minuto
- al livello 8 (a 1 Hz): ritenuto più difficile perchè i tempi di “buio” sono maggiori, e quindi l’atleta dispone di minori informazioni visive.
- In tutte le 8 impostazioni/livelli di difficoltà, lo stato di trasparenza dura sempre 100 millisecondi. Lo stato opaco varia da 25 millisecondi a 900 millisecondi.
Inoltre, l’effetto stroboscopico delle lenti può essere regolato in tre modalità:
- entrambi gli occhi
- solo occhio sinistro
- solo occhio destro (l’altra lente è impostata allo stato opaco permanente)

fig.3- funzioni degli Strobe Glasses (Senaptec): regolazione delle lenti e della frequenza degli impulsi
Il funzionamento degli occhiali può essere regolato da uno smartphone tramite bluetooth, oppure usando gli appositi tasti integrati nella montatura.
Il telaio degli occhiali è realizzato in robusta plastica stampata a iniezione.
Un pò di storia…
La prima forma di occhiali stroboscopici ad uso sportivo, risale al periodo di carriera del principe dell’NBA: nei primi anni ‘90 Michael Jordan si lamentava con il suo allenatore Tim Grover per i flash dei fotografi. Questi lo accecavano e distraevano durante le partite. Grover tentò di ricreare quella fastidiosa condizione negli allenamenti: decise di installare delle luci stroboscopiche prese in prestito da alcuni DJ di Chicago.
Da quel giorno, le sessioni di preparazione atletica di Jordan prevedevano lampi intermittenti, simili ai flash delle macchine fotografiche. Sembrava di giocare su una pista da ballo! I risultati di questo nuovo metodo furono sorprendenti. In seguito, l’allenatore trovò degli occhiali che riproducevano le luci stroboscopiche. Il nuovo dispositivo permise a Michael Jordan di evitare distrazioni.
Ben presto, Jordan si accorse che stava sperimentando un miglioramento notevole anche in termini di prestazioni: non solo gli occhiali servivano a tollerare i flash, ma i movimenti sembravano rallentare. La percezione sensoriale aumentava, facendogli vedere cose che prima gli sfuggivano. Riusciva a predire in quale direzione un oggetto, la palla o le mani dell’avversario, si sarebbe mosso.
Considerando l’eredità sportiva di Michael Jordan, è chiaro che questa tecnica di allenamento sarebbe diventata popolare nel mondo dello sport.
Davvero competenze a 360 gradi!!!!!
Complimenti 😊